Fa ancora discutere il ritardato inizio del servizio mensa nei plessi scolastici di Trevi. Il problema di base, dopo che il Comune ha ritenuto validi i requisiti della cooperativa che si è aggiudicata la gara riguarda, soprattutto, la determina dirigenziale 413/ del 19/10/18 nella quale viene stabilito il prezzo di € 4,71 a pasto anziché € 5,71 offerti dalla ditta aggiudicataria del servizio che per tutelarsi ha inviato
tramite avvocato di fiducia una lettera nella quale tra l’altro si legge: ” Pertanto, ribadita l’impossibilità dell’accettazione del servizio de quo alle condizioni economiche da Voi prospettate (€4,71), si reitera l’invito a modificare la determina di aggiudicazione, prevedendo un costo a pasto di €5,71 e comunque alle condizioni di cui all’offerta economica presentata. In alternativa – si legge ancora nella nota -, laddove riteneste l’offerta inaccettabile, si invita a disporre l’esclusione dalla gara della cooperativa scrivente e alla restituzione della cauzione versata>>. Nella lettera l’avvocato richiede l’accesso agli atti di gara. Nel frattempo il Comune invita ( notifica il 6 novembre) la cooperativa, il cui avvocato, nel mentre, ha richiesto accesso agli atti di gara, alla stipula del contratto entro venerdì 9 novembre pena la perdita della cauzione. Ma che prezzo la ditta aggiudicataria del servizio dovrebbe sottoscrivere?
Una situazione, per i non addetti ai lavori, a dir poco sconcertante: per fortuna c’è stata una sola offerta e gli alunni si accontentano di un panino! Intanto il tempo passa la mensa non inizia, si avvicinano le vacanza di Natale e i genitori, dopo due mesi dall’inizio delle lezioni nella scuola materna, elementare e media cosa aspettano a far sentire la loro voce? O gli sta bene così? Mah!
MC