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AGOSTA - Sabato 6 agosto torna la Sagra della rana e del fagiolo regina

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Ad Agosta, piccolo centro della Valle dell'Aniene bagnato dal fiume omonimo, torna l'appuntamento gastronomico con due specialità del territorio: si terrà anche quest'anno la sagra delle Rane e del Fagiolo Regina, dove sarà possibile degustare le due specialità.
Si sono contate ad Agosta centinaia e centinaia di persone che hanno riempito la stupenda cornice di piazza San Nicola, gustando questa pietanza davvero speciale che cucinata in modo cosi delizioso e genuino si può gustare veramente solo in pochi luoghi in Italia. 
La festa del folclore agostano ormai scomparso si protrarrà per tutto l’arco della giornata, infatti dalla tarda mattinata i ragazzi e le ragazze della Pro Loco organizzeranno la sagra che ha tradizioni secolari ad Agosta. Nell'Alta Valle dell'Aniene un tempo gli Agostani erano conosciuti per la foro passione culinaria per le "ranocchie", cioè le rane. Queste, catturate in grande quantità e scorticate vive, erano cucinate o con una salsa di pomodoro o meglio ancora fritte dorate.
I fossi e gli acquitrini della pianura agostana ne erano pieni. Per catturarle, era necessaria una lunga canna, alla cui estremità veniva legato un filo di nailon e in mancanza di questo uno spago. Alla punta del filo poi si legava una lumaca, spogliata del suo guscio. Le rane nelle belle e calde giornate di primavera, per scaldarsi sostavano sulla vegetazione acquatica dei fossi e degli acquitrini. Quando si vedevano vicino la lumaca, di cui sono golosissime, con uno scatto l'afferravano. Il pescatore allora con una mossa fulminea dava uno strappo e la rana, che nel frattempo aveva inghiottito la lumaca insieme però al filo, veniva scaraventata fuori dal fosso. Qui vi era pronto un ragazzo, di solito il fratello minore del pescatore che afferrava le rane, rompeva loro le anche, per impedire loro di saltare e le metteva nel secchio. Questa operazione doveva essere fatta molto in fretta, se non si voleva rischiare che la rana catturata a salti se ne tornasse nel fosso. Gli Agostani per questa loro predilezione nella zona venivano scherzosamente soprannominati "ranocchiari", come ranocchiaro era detto anche S. Agostino, che è il patrono di Agosta.
Oggi purtroppo, a causa dell'inquinamento e dell’abbandono delle terre di pianura, le rane sono quasi scomparse dai loro fossi. 
Il fagiolo regina invece era il legume maggiormente coltivato ad Agosta quando l’agricoltura rappresentava ancora la fonte di sostentamento primaria. 
Si tratta di una qualità di fagiolo autoctona, che gli Agostani amavano cucinare al sugo , ma anche conditi con una gustosa “cipolletta”. 
Quindi alla rana fritta dorata accompagneremo una bella porzione di fagioli nostrani “della regina”cucinati al sugo o in bianco, che saranno serviti a pranzo e a cena, presso i nostri stand gastronomici, accompagnati da un buono e fresco vinello locale.
Nella manifestazione l’obiettivo primario è quello di far conoscere agli agostani e agli ospiti la bellezza e la genuinità delle tradizioni, attraverso racconti di esperienze personali che si terranno durante la manifestazione da parte dei più anziani di Agosta, che racconteranno spaccati di vita che riguardano il folclore e le tradizioni ormai sparite.
Nel corso della giornata sono inseriti anche dei giochi popolari che ormai non si praticano più, come soprattutto, dato che è un po’ il tema della nostra giornate, la “corsa delle ranocchie”, che gli agostani erano soliti organizzare a Piazza San Nicola nelle assolate mattinate estive. 
Vogliamo far conoscere ai più giovani il nostro patrimonio folcloristico scomparso, e ai più anziani far vivere un piacevole ricordo della loro vita passata.

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