Era la mattina del 26 maggio 1944, quando alcuni soldati tedeschi rinvennero al margine della strada che conduce a Canterano, un loro commilitone privo di vita. Senza accertare le cause della morte, il comandante della guarnigione di stanza a Madonna della Pace, ordinò subito il rastrellamento. Diverse pattuglie setacciarono l’intera zona circostante la chiesa. Ventiquattro, fra uomini e donne, furono le persone prese in ostaggio e concentrate nell’abitazione di Mariano Tozzi: gli uomini in una stanza, le donne in un’altra. Ma, prima ancora che il rastrellamento fosse concluso, ci fu una vittima: Giulio Di Roma, 25 anni. Il giovane, malato di artrosi alle gambe, mostrava evidenti difficoltà nel tenere il passo degli altri prigionieri. Vinto dal dolore, cadde sulla strada. I soldati tedeschi, ritenendo che fosse una finzione, dopo averlo ripetutamente percosso, lasciarono partire una raffica di mitra che uccise Giulio all’istante. Di fronte all’ agghiacciante spettacolo, Felicetto Di Roma, fratello di Giulio, approfittando di un attimo di smarrimento dei soldati tedeschi dovuto al passaggio di un aereo alleato, si gettò in un burrone, finendo nel fiume Aniene, dove rimase per parecchie ore nascosto tra la vegetazione. Intanto il rastrellamento poteva dirsi concluso. Nella casa di Mariano Tozzi c’erano dunque 24 ostaggi. Intorno alle ore 17 ne furono ne fatti uscire 16 , tutti uomini, e condotti verso una radura poco distante dalla casa. La sorte si mostrò benevola con Nazzareno Tozzi, liberato perché durante il rastrellamento era già stato privato dagli stessi soldati tedeschi di due mucche e di un cavallo. Per gli altri, invece, vi fu il crepitio della mitragliatrice e la morte per tutti. Alle donne, chiuse ancora nella casa di Mariano Tozzi, restò la disperazione per tanti lutti. Solo al mattino successivo fu loro concesso di recuperare i corpi dei congiunti per portarli nei paesi di origine. Era così compiuta la tragedia: 15 vittime innocenti si erano immolate sull’altare della libertà, mentre sulla radura, da cui si domina Madonna della Pace e che aveva visto compiersi il loro sacrificio, restavano incancellabili tracce di sangue. Questi i loro nomi, scolpiti sulle lapidi erette nel Sacrario con i rispettivi comuni di origine, e dove sabato 28 maggio prossimo si svolgerà la cerimonia commemorativa dell’eccidio: di Rocca Canterano: Bernardino Albensi, Antonio Dari, Tommaso Fioravanti, Francesco Mammoli, Bernardino Micarelli, Torello Micarelli, Ascenzio Monteverde; di Agosta :Benedetto Di Roma, Giulio di Roma, Domenico Di Roma, Arsenio Coluzzi, Gilberto Miconi; di Canterano :Mariano Tozzi; di Cervara di Roma : Renato Tomei; di Subiaco :Francesco Vareni. (Fabrizio Lollobrigida)
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