Non tira una buona aria all'ospedale Angelucci di Subiaco e tra gli operatori sanitari serpeggia molto malcontento a causa delle condizioni in cui sono costretti a lavorare.
“Dal mese di maggio non ci sarà più il servizio di ortopedia - lamenta un medico che abbiamo ascoltato dell'unico nosocomio della Valle dell'Aniene. I due ortopedici che hanno assistito i pazienti fino ad ora (i dottori Benaglia e Lucci) andranno in pensione e non penso proprio che verranno rimpiazzati” confida sconsolato. Ma anche gli altri servizi non vanno meglio: il dottore ci ha rivelato che il servizio di cardiologia funziona solo al 50 per cento. Infatti da tempo il medico che si occupava del servizio cardiologico il dott. Busi è di stanza a Monterotondo. C'è rimasto solo un medico, il dott. Calcagno, che deve sopperire a questa carenza da solo e deve fare le visite per gli esterni, le consulenze per i reparti di medicina e per il Pronto Soccorso facendo i salti mortali per svolgere tutte queste mansioni. Inoltre durante la notte e durante le giornate ricadenti nelle festività non c'è nessun cardiologo. “La radiologia funziona in telegestione con ritardi mostruosi per aspettare il referto” prosegue sconsolato il medico.
Senza contare che la navetta dalle ore 16 del pomeriggio deve fare riferimento a Tivoli, e quindi dall'ospedale tiburtino devono venire a Subiaco, senza contare che se la navetta di Tivoli non è disponibile deve venire da Roma. Insomma cose dell'altro mondo, conclude amareggiato, chiedendosi come possa essere possibile continuare a chiamare Pronto Soccorso quello dell'Angelucci se non è rimasto più niente.
Mentre la politica degli annunci sbandiera ai quattro venti novità entusiasmanti per il nosocomio sublacense, chi lavora al suo interno teme che il Pronto Soccorso verrà smantellato piano piano, per ridurlo ad un centro di primo soccorso come è già accaduto per quello di Palombara. Timori che potrebbero rivelarsi tutt'altro che infondati, dato che un decreto della Regione Lazio ha declassato l'Angelucci di Subiaco privandolo della qualifica di sede di Pronto Soccorso. Decreto contro il quale i cittadini hanno presentato un ricorso al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.